Intelligenza artificiale, il grande piano degli Stati Uniti

Intelligenza artificiale, il grande piano degli Stati Uniti

Intelligenza artificiale, il grande piano degli Stati Uniti


Divyansh Kaushik, direttore associato del gruppo di ricerca politica Federation of american scientists, che ha contribuito alla redazione di alcune parti della direttiva, ritiene che le azioni di Washington volte alla formazione di nuovi esperti possano rivelarsi tra le misure di maggiore rilevanza del decreto: “Spesso ci si dimentica che la carenza di talento rappresenta la principale sfida per il governo federale“. Kaushik ha inoltre elogiato l’approccio di Biden nel richiedere modifiche alla politica sull’immigrazione al fine di agevolare l’attrazione di talenti nel campo dell’AI negli Stati Uniti. Ad esempio, la proposta di permettere a lavoratori immigrati di rinnovare i loro visti negli Stati Uniti potrebbe evitare che molti studenti di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (Stem) debbano fare viaggi nei loro paesi d’origine per ottenere l’approvazione dei documenti. Infatti, sebbene gli Usa ospitino oggi la maggior parte dei migliori talenti mondiali nel campo dell’intelligenza artificiale, solo il 20% di essi ha conseguito una laurea nelle università americane, afferma Kaushik. Secondo il politico, quindi è pieno interesse degli Stati Uniti rendere più facile l’arrivo di esperti di AI da oltreoceano, per competere con altre potenze come Cina, Canada o Regno Unito.

Il nuovo mandato dell’esecutivo americano riconosce il potenziale rischio per i cittadini americani derivante dall’utilizzo di software basati sull’intelligenza artificiale, soprattutto se non vengono gestiti attentamente. In particolare, viene posta una forte enfasi sulla possibilità di discriminazione nei settori immobiliare e sanitario. Pertanto, l’ordine presidenziale richiede all’Ufficio di gestione e bilancio della Casa bianca di sviluppare linee guida e strumenti mirati ad assistere i dipendenti pubblici nell’acquisto di servizi basati sull’AI da aziende private, al fine di garantire scelte appropriate e sicure.

L’applicazione della legge

Suresh Venkatasubramanian, direttore del Centro per la responsabilità tecnologica alla Brown University e tra gli autori della Carta dei diritti dell’AI emanata da Biden l’anno scorso, è del parere che queste nuove regole abbiano il potenziale per avere un impatto significativo. All’interno del governo federale, lo stanziamento di risorse è “la priorità numero uno perché tutti — ha spiegato l’esperto — comprendono che è il modo per apportare cambiamenti”.

Tuttavia, Venkatasubramanian fa anche notare che il nuovo ordine esecutivo potrebbe non avere un impatto rilevante su alcune delle applicazioni più cruciali dell’AI negli Stati Uniti. Queste direttive, infatti, si rivolgono principalmente alle agenzie federali, mentre nei settori della giustizia penale e dell’applicazione della legge questa tecnologia è sotto il controllo di enti statali e locali. Negli ultimi anni, si sono presentati seri problemi legati all’utilizzo dell’AI, come nel caso del sistema di rilevamento degli spari di ShotSpotter e del riconoscimento facciale, che hanno condotto a ingiusti arresti. Inoltre, i dipartimenti di polizia attualmente impiegano software di previsione del crimine che non operano in modo adeguato. Per garantire che le agenzie statali seguono questa direttiva, Venkatasubramanian propone che il finanziamento delle agenzie a livello statale e locale sia condizionato al rispetto dei nuovi standard di sicurezza.

I precedenti

Questo è il primo ordine esecutivo della presidenza Biden incentrato esclusivamente sull’intelligenza artificiale, e segue i due dell’ex presidente Trump, nel 2019 e nel 2020. Tuttavia, finora, le agenzie governative hanno fatto fatica a rispettare tali regole.

Il decreto del 2019 aveva come obiettivo principale gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nel dicembre 2020, un ulteriore ordine esecutivo e l’approvazione dell’Advancing american AI act avevano stabilito l’obbligo per le agenzie federali di redigere un inventario annuale degli algoritmi utilizzati. Però, uno studio condotto dalla Stanford law school ha rivelato una mancanza di uniformità nel rispetto di tali direttive, sottolineando al contempo una carenza di competenze a livello nazionale nel campo dell’AI. Ad ogni modo l’attuale ordine esecutivo di Biden rappresenta la direttiva presidenziale più ambiziosa in materia di tecnologia fino a oggi e, se riuscirà ad essere applicato come previsto, si prevede che contribuirà notevolmente a rafforzare le competenze in questo settore a livello nazionale.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.



Leggi tutto su www.wired.it
di Khari Johnson www.wired.it 2023-10-30 14:45:17 ,

Previous Cade dal Maradona e muore, forse voleva entrare senza biglie…

Leave Your Comment